Stati Uniti: un quarto dei centri commerciali potrebbe chiudere entro il 2022

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l settore della distribuzione statunitense conosce da due anni delle forti turbolenze, con una proliferazione di fallimenti di marchi dotati di reti importanti. Le difficoltà del commercio fisico d’oltreatlantico potrebbero però aggravarsi ulteriormente nei prossimi anni. È quanto emerge da una nota di ricerca della banca Credit Suisse, che prevede che un quarto dei centri commerciali statunitensi chiuderà entro cinque anni.

Il settore della distribuzione statunitense conosce da due anni delle forti turbolenze, con una proliferazione di fallimenti di marchi dotati di reti importanti. Le difficoltà del commercio fisico d’oltreatlantico potrebbero però aggravarsi ulteriormente nei prossimi anni. È quanto emerge da una nota di ricerca della banca Credit Suisse, che prevede che un quarto dei centri commerciali statunitensi chiuderà entro cinque anni.
Secondo lo studio, una percentuale compresa fra il 20 e il 25% dei centri commerciali attualmente in attività negli USA non esisterà più nel 2022, il che corrisponde a una forchetta tra le 220 e le 275 chiusure.

Con i grandi magazzini che continuano a restringere l’ampiezza delle loro reti e le tante grandi insegne commerciali che sono fallite, queste difficoltà non costituiscono davvero una sorpresa. I centri commerciali sono particolarmente colpiti dalla graduale cessazione dell’attività dei loro negozi più trainanti.

Oltre alle 3.600 chiusure di negozi all’interno di centri commerciali che si sono verificate dall’inizio di quest’anno, lo studio prevede altre 8.500 chiusure di esercizi entro la fine del 2017.

Mentre i marchi si sforzano di individualizzare le esperienze d’acquisto per sostenere le presenze nei negozi tradizionali, il volto del commercio al dettaglio sta cambiando. Le insegne che sono state capaci di cavarsela sono quelle che hanno saputo adottare tecniche diverse per attirare i clienti e che selezionano con cura la posizione dei loro punti vendita, in modo che essa corrisponda al mutare delle preferenze dei consumatori.

Nella rete degli store fisici, delle “esperienze di marca uniche” sono ancora possibili in location specializzate, che spesso combinano offerte di ristorazione, fitness e shopping. Man mano che questa migrazione continua, i centri commerciali tradizionali si dimostrano ogni volta sempre meno adatti, spingendo i marchi a preferire loro negozi temporanei o altri modelli di vendita fisica.

Credit Suisse prevede che le vendite di abbigliamento continueranno a spostarsi verso l’e-commerce. Secondo la banca, il commercio elettronico online rappresenterà il 37% delle vendite totali di abbigliamento nel 2030, contro l’attuale 17%.